Il riso del Madagascar

Il riso (in malgasco “vary”) è l’alimento base della popolazione malgascia e tra l’altro i malgasci sono i più grandi consumatori al mondo di questo cereale.

Naturalmente questo alimento entra a far parte anche della cultura tradizionale, tanto da usarlo anche come metro di misura: spesso nelle campagne del Madagascar il tempo di cottura del riso (circa 30 minuti) si usa per misurare le distanze… si dice che la distanza è due o più volte il tempo di cuocere il riso!

 

In passato veniva addirittura usato come unità monetaria. Anche lo scorrere delle stagioni viene indicato sulla base del progredire della crescita e della raccolta di riso: si può sentire dire sulla collocazione di un episodio “prima della nascita del riso”. Spesso il riso è anche uno degli argomenti principali di conversazione, da questo alimento dipende non solo la ricchezza o la povertà, ma spesso anche la sopravvivenza. Lavorare nei campi di riso è molto faticoso, ma il lavoro viene accuratamente distribuito tra uomini, donne e zebù.

 

La classica immagine dello zebù che trascina faticosamente l’aratro nel fango ("revorevo") è ancora abituale nelle campagne, operazione che trasforma uomini ed animali in strane statue di fango. Durante il raccolto, i covoni saranno sbattuti su una superficie dura per rilasciare i chicchi di riso che verrà lasciato asciugare al sole prima che donne provvedano alla “spulatura” o separazione dei chicchi dalle bucce. Le feste che festeggiano il nuovo raccolto sono come in tutte le civiltà agricole, le più importanti e partecipate.

 

Il riso del Madagascar non è solo sulle tavole, ma anche nei proverbi e altre espressioni popolari: uno dei più diffusi in numerose varianti è: "L'amore è come il riso, anche se trapiantato, saprà continuare a crescere", ma ne esistono davvero centinaia!